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LE MIE IDEE
In
questa parte del sito voglio parlare del mio modo di
Come preparo un importante pezzo musicale Per
prima cosa, mi
documento sull’autore cercando di capire in che ambiente vive, e con
quali sentimenti scrive il brano. Tutto ciò, secondo me, aiuta a interpretare
nel migliore dei modi il brano. E'
logico pensare che se voglio eseguirlo secondo il mio punto di vista, questo
passo è assolutamente inutile. Ora si passa allo studio del pezzo nel vero senso della parola. Tutti i passi successivi sono da eseguire prima ad un ritmo piuttosto lento e poi via via sempre più veloce, fino ad arrivare al nostro limite. Così facendo, abbiamo: il solfeggio cantato della partitura l'uso della sola macchina per poter abbinare alla voce la diteggiatura della tromba il solo uso del bocchino per riuscire a ricostruire tutti i passaggi e tutti i suoni che ci devono essere la
ripetizione del passo precedente, ma con in mano la tromba per poterci abbinare anche la
diteggiatura. A questo punto, posso cominciare a suonare. Dapprima con lunghe legature (mi aiuta a trovare tutti i suoni), successivamente con tutte le articolazioni Se dovessi arrivare ad un punto della partitura piuttosto acuto, prima lo eseguo all'ottava a me più consona (per capire bene i suoni), poi, con una scala,passo alla sua collocazione "naturale". E
ovvio pensare che, rispetto al normale modo di studiare, ci vogliono più ore o
più giorni (a volte addirittura mesi!), ma è anche vero che alla fine porta
tutti suoi frutti.
Come
mi scaldo E’ ormai comprovato che un professionista deve essere sempre caldo e che l’unica cosa che deve fare al mattino quando si alza è quella di ritrovare l’aria necessaria per suonare (dormendo ne usa pochissima circa mezzo litro); dopo una scala deve essere pronto per cominciare a lavorare. Tuttavia,
per noi studenti, la strada è ancora lunga e tortuosa, e
la dobbiamo percorrere gradino per gradino. Per questo, ogni volta che mi
scaldo penso che ogni cosa che sto facendo ha un determinato scopo. Ma iniziamo. 1.La primissima cosa che faccio, è quella di mettere il bocchino in tasca, prendere la tromba in bocca e cerco di riempirla d’aria in tutte le 7 posizioni (allargo la capacità polmonare) ovviamente con ritmo (ipotizzato un ritmo a 3/4, due battute le userò per espellere tutta l'aria, mentre, la rimanente, per riempirmi). Ricordo che le prime volte mi veniva un senso di nausea o vertigine. Ero in iper-ventilazione, cioè, il mio organismo, non era abituato a ricevere ossigeno in quantità così notevoli. 2.Inserisco
il bocchino nella tromba e comincio con un DO-SI-DO. Note lunghe e ben distese
per dare il buon giorno al mio strumento. 3.Successivamente,
scendo con una scala cromatica fino al SOL, per poi risalire al DO e viceversa
(non do molto ascolto ai primi suoni che escono, a suonare, ho appena
iniziato). 4.E' arrivato il momento di fare qualche esercizio sullo strepitoso metodo tecnico di H.L. Clarke "Technical Studies for the cornet" della casa editrice Carl Fisher, INC. Questo metodo aiuta il trombettista a creare una scala cromatica in tutte le ottave, con suono, aria, morbidezza e semplicità. Addirittura, se eseguiti in sequenza e correttamente, i primi esercizi ti aiutano anche nel riscaldamento. Ecco qualche esempio. 5.Passo successivo: il metodo James Stamp "Warm-Ups Studies" della casa editrice Editions BIM. Buono come il precedente, questo metodo aiuta il trombettista a eliminare tutte le tensioni che si possono accumulare nel cambio di ottava. Crea flessibilità con suono, aria e morbidezza. Ecco qualche esempio. 6.Flessibilità.
Esercizi ce ne sono una miriade per questo scopo. L'importante è farli pensando
di dover usare solo il diaframma e non la muscolatura. 7.Ultimo
passo, ma non meno importante, è l'ulteriore ritrovamento della giusta apertura
e brillantezza di ogni singola nota. Per fare questo, basta eseguire una nota
qualsiasi e “slabrando” cercare di arrivare alla sua cromatica vicina, senza
cambiare posizione. Successivamente, riprendere quest'ultima nota nella sua
naturale posizione e procedere nella scala. Adesso
posso sentirmi pronto a lavorare seriamente. Ho
letto in un libro, che per effettuare maggiore resistenza non serve suonare
ore e ore di fila fino all’esasperazione, ma basta cominciare con 20 minuti
intensi e 20 minuti di riposo, ripetendo il ciclo fino a quando il fisico lo
permette. Aumentando via via i tempi ho visto che la resistenza quadruplica, e
senza fatica... Il
suono Ritengo che la ricerca del suono, dell’aria e della morbidezza, faccia parte di un lavoro totalmente personale supportato solo in parte da un maestro. Siamo persone diverse, con una diversa fisionomia e con diversi gusti musicali. Ognuno di noi deve cercare il proprio modo di suonare e di interpretare la musica, mettendo tutta la nostra anima al servizio di questa grande arte. D’altro canto, la tromba è un labiofono e come per tutti i labiofoni il suono prodotto dallo strumento non è altro che il frutto di un vibrazione più o meno buona delle labbra. Il nostro strumento non fa altro che amplificare ciò che ha pre-amplificato il bocchino.
Il mio programma di studio (fa riferimento al 12 Ottobre 2002) A mano a mano che cerco (o spero) di diventare un professionista, mi accorgo sempre più a quanto serva un programma di studio giornaliero e cioè un indice su cui sia scritto tutto quello che devo fare. E la cosa più bella è variarlo di giorno in giorno a mio piacimento, per approfondire più o meno i concetti appresi e da apprendere, ma restando sempre nel tema del programma stesso. Qui di seguito mi presto a mostrarvelo. Tengo a precisare che questo non è il piano che serve a tutti; ognuno di noi per motivi fisiologici, professionali o altro ne ha uno proprio, ma può servire da esempio a chi lo vuol stilare.
A questo punto si dovrebbe sentire un piccolo formicolio alle labbra. Siamo pronti per cominciare gli esercizi/studi che ci sono stati assegnati o che ci siamo assegnati.
Lo studio dello staccato (fa riferimento al 18 Ottobre 2002) Sto cercando in tutti i modi di capire questo staccato senza interrompere l'aria. Senza scendere nei particolari, posso dire che questo esercizio mi è stato molto utile (dettato dal mio grande Maestro Braghiroli). Prendiamo un foglietto (piuttosto piccolo per le prime volte) e appoggiamolo al muro. Avviciniamo la faccia al foglio e con un foro piccolino delle labbra (visto che suoniamo la tromba) cerchiamo di soffiare al centro del foglio tenendolo incollato al muro (quindi senza l'uso della mano per tenerlo su). Dopo aver provato un paio di volte, cominciamo ad eseguire il nostro staccato. Se lo staccato è corretto, il foglio resta incollato, se interrompiamo l'aria con la gola o con la lingua tra i denti il foglio cade giù. Di fatto succede che portiamo la lingua da uno stato di tensione (posizionata in basso), per un brevissimo tempo ad uno stato di riposo (attaccata al palato) e poi di nuovo ad uno stato di tensione. Il flusso dell'aria viene deviato e se fatto rapidamente interrompe per pochissimo tempo la vibrazione delle labbra. Preferisco non parlare di Da, Du, Ta, o Tu perché ci potrebbero essere errate interpretazioni. Ho trovato anche un'altro esercizio piuttosto efficace: invece di usare il foglio, soffiamo su una mano. Nel momento dello staccato dovremmo sentire che l'aria passa da concentrata in un punto ad un momento di "dispersione", ma ancora percepita dalla mano. Queste sono le mie considerazioni. Se volete contrastarle o arricchirle, basta che mi mandiate un'e-mail specificando che volete inserire on-line il vostro commento (verrà inserito nella sezione Articoli)
Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 19 02 2003 |
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